Perché passare all’Atomizzatore Rigenerabile: Guida al Vaping di Qualità
Perché passare al rigenerabile.
L’abbandono dell’atomizzatore a testine rappresenta un rito di passaggio imprescindibile per il vaper appassionato, proiettandolo verso un approccio più performante e gratificante al suo svapo quotidiano.
Il mondo MTL, in particolare, esige l’apprendimento di questa skill, in virtù dell’enorme quantità di tabacchi organici che deliziano il parco aromi e che si prestano perfettamente all’emulazione dei vari strumenti analogici di fumo (pipa, sigaro, sigaretta etc).
Nella maggior parte dei casi, questi aromi tendono ad incrostare le coil in tempi relativamente brevi, costringendoci a cambiare testina ogni due o tre tank.
Per ovviare a questa dispendiosa prassi, si tende a ricorrere all’atomizzatore “rigenerabile”, il quale, per definizione, può esser rigenerato dall’utente in piena autonomia. Il vantaggio, oltre alla possibilità di costruire la coil in base alle proprie esigenze specifiche in termini di hit ed aroma, è il costo a dir poco irrisorio: con un semplice rocchetto di filo resistivo ed una bustina di cotone, è possibile fare decine e decine di coil.
Vi ho già detto che i migliori atom in circolazione sono rigenerabili?
Un motivo in più per proseguire con la lettura.
Struttura dell’atomizzatore rigenerabile
A livello strutturale, lo standard costruttivo si fonda su pochi elementi ben assemblati tra loro.
Deck di rigenerazione: questo è il cuore dell’atom, e la base sulla quale costruiremo la nostra coil. Presenta le due viti di serraggio, l’alloggio del cotone, l’airflow e i fori di alimentazione, la cui funzione è quella di far arrivare il liquido alla coil.
Campana e camino: in questa sezione dell’atom si svilupperanno aroma e vapore. In diversi modelli può regolare l’afflusso di liquido al deck.
Tank: è lo spazio dedicato al liquido. Può essere molto piccolo (2ml) o molto grande (esistono atomizzatori da 10ml). Attualmente, la media si attesta intorno ai 3.5ml.
Attacco 510: è il bottom side dell’atom, la parte inferiore. Questa possiede un attacco, di dimensioni standard, che permette l’alloggiamento sulle nostre box.
Drip tip: è il canale di sbocco del vapore proveniente dalla campana. In base alle dimensioni del foro, alla sua struttura ed ai materiali utilizzati, può influire in modo importante sulla qualità della svapata.
Come funziona un atomizzatore rigenerabile?
La maggior parte degli utilizzatori degli atom a testina considera la build hand-made come un mistero insoluto. Tendenzialmente si pensa di avere a che fare con piccoli miracoli di ingegneria quando, in realtà, il tutto si può ridurre ad una prassi semplice da spiegare e da mettere in atto.
Il concetto generale è che il nostro deck ha due poli, uno positivo ed uno negativo. Questi poli hanno due viti, per l’alloggiamento del filo. Avvitare una coil ai due poli, produce un campo di resistenza per l’elettricità erogata dalla nostra box. Tale flusso di watt scalderà il filo, facendo vaporizzare il liquido di cui il cotone è imbevuto.
Costruire una coil è facile?
Se state leggendo questa guida, avrete sicuramente visto dozzine di video su come costruire una coil.
Non trattandosi di un articolo sulla rigenerazione, ci limiteremo a fornire solo delle informazioni propedeutiche alla comprensione del funzionamento di un atom rigenerabile. Fermo restando che ogni atomizzatore ha le sue peculiarità, in linea di massima si tratta semplicemente di avvolgere un filo su di una punta di metallo. Diametro e materiali del filo, così come il diametro della punta, vanno valutati sulla base della build e dell’atom cui state facendo riferimento.
Avvitate la coil sul deck, preservandone la forma (vi aiuterete con la vostra punta di metallo).
Una volta tolto il supporto, date due colpi di attivazione per vedere se tutto funziona. In tal modo eliminerete anche eventuali impurità.
Dopodiché dovrete inserirvi il cotone all’interno, bagnatelo e la vostra coil è fatta.
L’annosa questione degli ohm e dei watt.
Ciò che maggiormente spaventa i neofiti è il rapporto tra ohm e watt ed i loro significati.
Trattandosi di una guida per principianti, vi basterà pensare che gli ohm si riferiscono al valore della resistenza della nostra coil. Fondamentalmente, quanta energia sarà necessaria per far scaldare il filo.
Più il valore è basso, più watt serviranno per attivarla. Al contrario, un valore alto richiederà un minore impiego di energia dalla nostra box.
Ma come possiamo sapere quanti watt saranno necessari per attivare la nostra coil?
Le box, oltre ai watt presentano un altro valore: i volt. Il range standard per l’attivazione della nostra coil è compreso tra 3.2 e 4.2 volt. Questo parametro fa sempre riferimento al valore della coil in ohm, quindi si tratta di un dato relativo alla coil da noi montata. Hai dubbi sui watt? Svapa sempre a 3.6 volt e non avrai mai problemi.
Ti senti pronto per passare ad un rigenerabile?
Finché utilizzerete delle box protette, i piccoli errori iniziali non causeranno reazioni pericolose. I circuiti delle box proteggono da eventuali corti, dunque avrete lo spazio di manovra necessario al vostro graduale apprendimento. Il processo di costruzione della coil è semplice e lineare, ed il risparmio è gigantesco.
Avrete modo di sperimentare le build che più vi soddisfano in termini di hit ed aroma, avendo pieno controllo sui fili e cotoni utilizzati.
È ora di fare un passo avanti e puntare all’eccellenza del vaping.